Gli elettori di due regioni chiave, Lazio e Lombardia, sono chiamati alle urne domenica 12 e lunedì 13 febbraio per eleggere il presidente della Regione e i rispettivi Consigli Regionali. Le urne sono aperte dalle 7 alle 23 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì. Sarà allora che inizierà lo spoglio. Si tratta del primo test elettorale dopo le elezioni politiche di settembre. E non tarda ad arrivare l’appello al voto della Premier Giorgia Meloni. “E’ un’elezione importante, quindi spero che l’affluenza sia adeguata a una scelta come quella che si deve fare per regioni così strategiche per la nazione. Quindi andate a votare”, ha detto arrivando al seggio all’Istituto Bachelet per votare alle elezioni nel Lazio. Ma nel primo giorno in cui si vota l’affluenza alle 12 è tiepida.
Lo scontro nel Lazio: i candidati
Nel Lazio gli sfidanti sono sei. Per il centrodestra Francesco Rocca: con lui 6 liste, tra le quali Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Lista Civica Francesco Rocca Presidente, Noi moderati – Rinascimento Sgarbi e Unione di centro. Per il centrosinistra Alessio D’Amato: 7 liste, tra cui Pd, Lista Civica d’Amato Presidente, Azione-Italia viva, Alleanza verdi-sinistra e +Europa – Radicali – Volt, Partito socialista italiano e Demos Democrazia Solidale. Per il Movimento 5 Stelle c’è Donatella Bianchi: 2 liste, quella del M5s e quella del Polo progressista. Tre gli outsider: Rosa Rinaldi per Unione popolare di Luigi De Magistris e Sonia Pecorilli per il Pci. Infine a destra Fabrizio Pignalberi sostenuto da 4 Popol per l’Italua e Pignalberi Presidente.
Lo scontro in Lombardia: i candidati
In Lombardia i candidati sono quattro. Il centrodestra sta con il leghista Attilio Fontana, con le liste di Fratelli D’Italia, Lega Salvini, Forza Italia, Noi Moderati – Rinascimento Sgarbi, Lombardia Ideale Fontana Presidente. Pd, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra sostengono il dem Pierfrancesco Majorino (4 liste, c’è pure una civica). Letizia Moratti, ex vicepresidente della giunta Fontana, corre con due simboli: la sua lista e quella di Azione-Italia viva. Poi Mara Ghidorzi per Unione popolare.
Come funzionano le elezioni regionali
I candidati si giocano tutto in un colpo solo: per i presidenti di Regione non c’è ballottaggio. Vince il candidato che prende più voti anche senza aver raggiunto il 50%. Per permettere poi al vincitore di poter contare su una maggioranza in consiglio regionale, è previsto un premio. In Lombardia alle liste collegate al presidente eletto è assegnato almeno il 55% dei seggi, se il vincitore ha ottenuto almeno il 40% dei voti alle urne; se invece ha preso più del 44% dei voti, alla sua coalizione sarà assegnato il 60% dei seggi. Nel Lazio invece il vincitore avrà un premio del 20% (avrà cioè 10 seggi in più, sui 50 totali del consiglio, rispetto a quelli ottenuti alle urne; il totale della sua coalizione non potrà superare però il 60%). In sostanza, a differenza della Lombardia, nel Lazio la maggioranza non è garantita.
Non ci sono listini bloccati, i candidati al consiglio regionale possono contare solo sulle preferenze. Sia la Lombardia sia il Lazio hanno infatti abolito il “listino del presidente”, che garantiva l’elezione certa a uomini di fiducia dei vincitori. Un elettore può esprimere fino a due preferenze per i candidati in consiglio, ma deve fare attenzione alle regole per la parità di genere: nel caso si esprimano due preferenze, devono riguardare due candidati di sesso diverso. Se si scelgono due uomini o due donne, la seconda scelta sarà annullata.
Il test per il governo
Alle urne sono chiamati 12milioni di elettori: si tratta delle due regioni più grandi d’Italia, praticamente un italiano su 4. E già questo può dare il peso del valore delle elezioni. A questo si aggiunge che si tratta del primo banco di prova elettorale dopo le elezioni politiche di settembre e può determinare un primo indice di gradimento soprattutto per il Governo.
Il banco di prova interno per la destra e la sinistra
Un banco di prova anche all’interno della maggioranza stessa. La Lega, ad esempio, guarda con timore alla Lombardia: lì, alle europee di quattro anni fa, aveva superato il 40%, alle elezioni dello scorso settembre si è fermata al 13,9%. Quasi la metà di Fratelli d’Italia, al 27,6%. Se la distanza tra il partito di Salvini e quello di Meloni dovesse aumentare sarebbe un problema. Non solo di Salvini, che pure potrebbe vedere messa in discussione la sua leadership. Ma anche di Giorgia Meloni, perché le fibrillazioni nella maggioranza che sostiene il suo governo rischierebbero di aumentare. La Lombardia, oltre che della Lega, è anche il luogo di nascita di Forza Italia: anche gli azzurri guardano con timore a un arretramento rispetto alle politiche (7,9%). Non è da meno il banco di prova per la sinistra con il Pd che affronta le elezioni in pieno congresso.
La scarsa affluenza alle 12
Alle ore 12 l’affluenza ai seggi per eleggere presidenti e consigli regionali di Lombardia e Lazio, in base ai dati provvisori del Viminale (oltre il 50% dei 1.882 comuni) risulta rispettivamente del 9,2% e del 7,6%. Nel complesso è dell’8,9%. Dati dunque in netto calo (sebbene ancora parziali) rispetto alle ultime Politiche, quando, nel solo giorno del 25 settembre 2022 (allora l’unico per votare), l’affluenza alle ore 12 era stata del 19,2% (22,4% in Lombardia e 20,8% nel Lazio) e quella finale delle ore 23 del 64% scarso, con crollo di quasi nove punti rispetto alle Politiche del 2018.
Ma già nell’ultima tornata elettorale regionale, ancora nel 2018, la partecipazione si era assottigliata, tenendo tuttavia conto che i cittadini avevano avuto a disposizione anche in questo caso un solo giorno per votare. Nel Lazio l’affluenza conclusiva si era attestata al 66,6%, con l’elezione di Nicola Zingaretti (centrosinistra) a presidente, mentre in Lombardia, sempre nel 2018, l’affluenza era arrivata al 73,1%, qui aprendo la strada alla vittoria di Attilio Fontana (centrodestra). Cinque anni prima, nel 2013, l’affluenza era stata del 76,7% in Lombardia e del 72% nel Lazio.
Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.
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