Monza, 27 mar — Avrà preso un po’ troppo alla lettera l’idea della Chiesa come refugium peccatorum, il marocchino che ieri — complice una notevole qualità di alcolici ingurgitati — ha pensato bene di piombare in una Chiesa in pieno centro a Monza, durante lo svolgimento della funzione domenicale, sbraitando in lingua araba e insultando i presenti. Non pago, avrebbe iniziati a spogliarsi, ponendo inevitabilmente la parola «fine» al rito che si stava celebrando.

Marocchino irrompe nella chiesa, insulta tutti e si spoglia

I presenti spaventati dallo spettacolo indecoroso e dal fare aggressivo dello straniero hanno chiamato la polizia, che è prontamente intervenuta con due volanti. Qui, presso la Chiesa delle Sante Maria, Maddalena e Teresa, gli agenti sono stati accolti dal parroco, dalla madre superiora e da una suora, che avevano proceduto ad avvertire a mezzo telefonico le autorità sulla presenza del marocchino e di quanto stava facendo e minacciava di fare. Lo straniero aveva pensato bene di posizionarsi davanti l’altare, ostacolando, come detto, il sereno e pacifico svolgimento della funzione.

Una sfilza di precedenti

Stando a quanto riportato da MonzaToday gli agenti si sono trovati davanti una scena esplicita e che non lascia dubbi: il cinquantacinquenne, semi-nudo, ubriaco in modo palese, stava insultando e minacciando il prelato e le suore, inveendo contro le statue e i dipinti presenti nella Chiesa. I poliziotti sono riusciti a impedire che finisse di denudarsi e lo hanno ricondotto alla ragione, accompagnandolo presso gli uffici della Questura. Dagli accertamenti è emerso come il  marocchino, irregolare su suolo italiano, fosse gravato da precedenti penali particolarmente gravi: maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, guida in stato di ebbrezza, violazione di domicilio e, molte volte, resistenza a pubblico ufficiale.

Un rimpatrio mai avvenuto

Proprio a causa della lunga sequenza di precedenti e stante la conclamata pericolosità per l’incolumità pubblica, gli era stato revocato il permesso di soggiorno e il questore di Monza, Marco Odorisio, aveva disposto l’accompagnamento coattivo dell’uomo presso il centro rimpatri di Roma lo scorso 21 marzo. Però il cittadino marocchino non ci è rimasto per molto, né è stato rimpatriato visto che il giudice di pace della Capitale non ha convalidato il provvedimento di trattenimento presso il centro. Lasciandolo libero di tornare a Monza, a interrompere indecorosamente la funzione religiosa e a minacciare fedeli e parroco.

Cristina Gauri

Ti è piaciuto l’articolo?
Ogni riga che scriviamo è frutto dell’impegno e della passione di una testata che non ha né padrini né padroni.
Il Primato Nazionale è infatti una voce libera e indipendente. Ma libertà e indipendenza hanno un costo.
Aiutaci a proseguire il nostro lavoro attraverso un abbonamento o una donazione.