“Il tempo per le candidature è finito. Torno a fare il medico”
Aldo Torchiaro — 18 Febbraio 2023
Scricchiola la Spazzacorrotti. A Palermo il tribunale di sorveglianza, riesaminando il caso dell’ex presidente della Regione Sicilia, Totò Cuffaro, ha dichiarato estinta la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici a suo carico. Cuffaro ora ha diritto all’elettorato passivo: potrà ricandidarsi se lo vorrà.
“Mi sono difeso nel processo come è giusto che sia e ho sempre rispettato il lavoro dei pubblici ministeri e dei giudici – aggiunge Cuffaro -. Ho con sofferenza e con speranza attraversato il carcere accettandolo e vivendolo con spirito di rieducazione e di risocializzazione. Posso dire che l’esperienza della detenzione dolorosa ma non sterile ha fatto di me un altro uomo, consolidando in me la convinzione che la vita ha valore se si vive per qualcuno e per qualcosa. Oggi più che mai posso ribadire con forza la mia fiducia nella giustizia”.
La cosiddetta Spazzacorrotti, che nel 2019 ha introdotto una normativa più severa con riguardo ai reati contro la pubblica amministrazione, deve sottostare al principio costituzionale e generale del diritto della irretroattività della legge penale più sfavorevole al reo. È per questa ragione che il tribunale di sorveglianza di Palermo ha dichiarato la estinzione anche della pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici inflitta a Salvatore Cuffaro, che per l’effetto della decisione adottata dal collegio presieduto da Luisa Leone, relatore il magistrato di sorveglianza Federico Romoli, è libero di tornare a candidarsi nelle competizioni elettorali.
“Ho sempre avuto fiducia nella giustizia, amo questa terra e amo la politica. So di aver commesso molti errori e per i quali ho pagato un prezzo altissimo. Coltivo il diritto, e credo anche il dovere, di potere continuare ad essere utile, per questo mi sono speso e mi sto spendendo, per affermare un partito di ideali e di valori: la Democrazia Cristiana. La DC dovrà avere necessariamente un contenuto democratico-sociale, ispirato ai principi cristiani, fuori da questi termini penso non avrà mai il diritto ad una vita propria: rischia di diventare un’appendice di altri partiti. La Dc è un ideale, un’evoluzione di idee, una convinzione di coscienze, una speranza di vita”.
C’è già chi gli chiede, a questo punto, di tornare pienamente in campo. Lo fa il capogruppo della Dc all’Assemblea Regionale Siciliana, Carmelo Pace: “Il nostro commissario regionale deve dare, a tutti coloro che lo hanno sostenuto e lo continuano a sostenere, ma anche a tantissimi siciliani, il piacere e l’onore di poterlo votare e tornare pienamente in politica”. L’interessato, che ieri ha passato la giornata al telefono, a rispondere alle tante telefonate di stima, al momento pare chiudere a questa ipotesi. “Confermo con determinazione che il mio tempo per le candidature è finito. Potrò tornare a fare il medico”, commenta l’interessato. Che si propone obiettivi più alti di una candidatura a un seggio: “Chissà che non si riesca a far riconoscere la santità di Don Luigi Sturzo”.
Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.
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