La battaglia politica e giudiziaria sull’anarchico
Carmine Di Niro — 2 Febbraio 2023
Dal 20 aprile al 7 marzo, ora un nuovo anticipo al 24 febbraio. La Corte di Cassazione ha nuovamente modificato la data per l’udienza in cui discutere il ricorso presentato dal legale di Alfredo Cospito, l’anarchico recluso nel carcere milanese di Opera (dove è stato trasferito per motivi di salute) e in sciopero della fame da oltre cento giorni contro il regime di carcere duro.
Le condizioni di salute di Compito però si fanno sempre più gravi. Il suo avvocato, Flavio Rossi Albertini, ha riferito dopo averlo incontrato che “ha perso 45 chili. La situazione si sta estremamente complicando e si sta andando oltre la soglia critica. È assolutamente determinato ad andare avanti ma è consapevole che ciò porterà a delle conseguenze irreparabili”.
Rossi Albertini ha anche comunicato una circostanza accaduta in carcere “molto singolare”. Cospito aveva predisposto uno scritto da inviare alle autorità che possono riceverli per vigilare contro la tortura, contro i trattamenti inumani e degradanti, foglio contenuto in un block notes che, denuncia il legale, “gli è stato sottratto, trattenuto, sequestrato da parte del nuovo istituto di Opera. Gli hanno, inoltre, sottratto i libri che provenivano dal carcere di Bancali e quindi non ha più niente da leggere e tanto meno da scrivere”.
I pareri di procuratore e Dna
Secondo il Corriere della Sera, il procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo avrebbe espresso il suo ‘no’ alla revoca del 41bis nei confronti di Cospito in un parere comunicato al ministro della Giustizia Carlo Nordio.
Posizioni diversa e più “aperta” invece quella espressa dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, guidata da Giovanni Melillo. La Dna conferma che fu fondata la decisione del 5 maggio del 2022 di applicargli il carcere duro, ma lascia alla valutazione dell’autorità politica la decisione: può restare al 41 bis oppure tornare al regime di alta sicurezza, con tutte però le dovute cautele.
Le ‘intercettazioni’ su Cospito di Donzelli
Sul caso dell’anarchico va registrata anche la pubblicazione, da parte di Repubblica, dei documenti utilizzati dal deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli nell’aula della Camera che hanno provocato un terremoto politico, la richiesta di dimissioni per lui e per il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro e l’apertura di un fascicolo d’indagine della Procura di Roma per violazione del segreto istruttorio (oltre al ricorso al Gran giurì).
Relazione scritta da un agente del Gom, il Gruppo operativo mobile, all’interno del carcere Bancali di Sassari e inviate al ministero della Giustizia via Dap.
Cospito condivide gli spazi di limitata socialità con un esponente del clan dei Casalesi, Francesco Di Maio, il killer di ‘ndrangheta Francesco Presta e il mafioso di Cosa Nostra Pietro Rampulla.
È Di Maio, si legge nella relazione citata da Donzelli e da Repubblica, che “esortava Cospito a continuare tale battaglia (sul 41bis, ndr), perché ‘pezzettino dopo pezzettino si arriverà al risultato”.
Nella relazione però c’è anche la risposta dell’anarchico, che prende le distanze dai disordini scoppiati all’esterno: “Questi stanno facendo casino in tutta Italia, me lo ha riferito anche il mio avvocato. Ci sono presidi e interviste in tutte le piazze d’Italia. Questi vengono a rompermi il ca**o ma deve essere una lotta contro il regime 41 bis e contro l’ergastolo ostativo, non deve essere una lotta solo per me”, le parole riferite da Cospito.
Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia
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