Roma, 13 mar – L’Ue commenta l’Italia sui clandestini con la solita fuffa. Per meglio dire, con il fioretto immigrazionista che la contraddistingue. Il governo italiano, in questo momento esprimente un’impotenza piuttosto pronunciata sulla faccenda, si trova così sotto il fuoco incrociato di Ong e sinistra al quale si aggiunge pure quello di Bruxelles.

Ue all’Italia: “Evitare tragedie”

Come riporta l’Ansa, a parlare è Dana Spinant, portavoce della Commissione europea, che commenta il naufragio nella Sar libica avvenuto ieri così: “L’idea che ogni vita persa in mare è una vita persa di troppo e che dobbiamo tutti fare tutto il possibile per evitare che ciò accada di nuovo è sempre nei pensieri della presidente”. Chissà se nei quartieri alti del Nord Europa hanno mai pensato che il modo per “evitare tragedie” sia proprio quello di evitare le partenze e di bloccare gli arrivi. Ma ne dubitiamo.

La solita retorica

Il mondo occidentale reagisce con la consueta povertà di intelletto al fenomeno degli sbarchi. Il naufragio al largo della Libia è come quello al largo di Crotone e come tutti quelli che hanno insanguinato il Mediterraneo nell’ultimo decennio. Soprattutto la risposta è sempre la stessa: inconsistente, futile e strategicamente perdente. Difficile concentrarsi solo sulla ipotetica malafede, però. Insistere con una tale povertà d’intelletto su una questione così seria, rimediando solo un peggioramento della stessa non appare esattamente come una strategia di comunicazione tanto efficace. Dal canto suo, il governo Meloni non sta facendo niente per invertire una rotta che, ora più che mai, sembra decisa a peggiorare. Ue chiama Italia, e lo fa sempre con la tradizionale superficialità. L’Italia – e questa forse è la cosa più brave – non risponde, anzitutto ai suoi cittadini.

Alberto Celletti

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