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Carceri, in Sicilia l'occupazione delle celle è al 93%: unica Regione con la Sardegna sotto il 100%

Sicilia: le statistiche di presenze dei detenuti aggiornate all’ultima rilevazione del 31 gennaio

carcere Foto Ansa

“Nelle 23 carceri della Sicilia ci sono 6.095 detenuti presenti a fronte dei 6.500 posti dichiarati disponibili con un conseguente sovraffollamento del 93%, unica Regione insieme alla Sardegna a contenere meno persone di quelle previste dalla capienza massima. I dati si riferiscono all’ultima rilevazione disponibile sul sito del Ministero della Giustizia aggiornata al 31 gennaio 2023”.

Il dato della presenza di detenuti stranieri invece è molto al di sotto della media italiana: 15% contro il 31,5%. I valori medi del sovraffollamento, comunque, non sono sufficienti a rappresentare le criticità di alcuni istituti: Catania Bicocca 150% di sovraffollamento, Augusta 133%, Enna 121% (+13% rispetto a gennaio 2022), Siracusa 113%”.
Lo comunica Alfio Giurato Coordinatore regionale FP CGIL Polizia Penitenziaria: “In particolare, il carcere di Siracusa è stato già oggetto di rilevazione di questa organizzazione sindacale riguardo alle note ed ancora non risolte carenze di personale effettivamente impiegato nel lavoro all’interno delle sezioni detentive. Nel ruolo Ispettori, sono in servizio solo 6 Poliziotti su 20 previsti. Nel ruolo Sovrintendenti, 11 su 19. In totale, nel reparto detentivo ci sono 143 Poliziotti su 250 della pianta organica”.

“Un’altra situazione critica – prosegue Giurato – sono i detenuti con problemi psichiatrici rinchiusi nella struttura di Barcellona Pozzo di Gotto (ex Ospedale Psichiatrico Giudiziario) che sono protagonisti di aggressioni quotidiane nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria. Il Ministero della Giustizia infatti, a distanza di anni dalla chiusura dell’OPG, non ha ancora provveduto a stipulare un protocollo d’intesa con il Servizio Sanitario Nazionale per la cura e la gestione di detenuti con tali problemi che non possono e non devono essere a carico del Corpo di Polizia Penitenziaria”.

Mirko Manna, Nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria: “Siamo di nuovo di fronte ad un trend di crescita delle presenze di detenuti in tutta Italia che il 31 gennaio scorso contava 56.127 detenuti presenti sui 51.403 posti disponibili dichiarati a cui andrebbero tolti anche quei posti non disponibili, per manutenzioni o riparazioni in corso e che l’amministrazione penitenziaria evita di comunicare al Ministero della Giustizia che pubblica quindi dati non perfettamente corrispondenti alla realtà. Secondo questi dati, il sovraffollamento delle carceri italiane, al 31 gennaio, si attesta sul 109% con 31,5% di detenuti stranieri (17.687 in tutto). Un dato che dimostra una crescita di 1.993 detenuti rispetto all’anno precedente che corrispondono ad un incremento del 2,5% del sovraffollamento nazionale. A subire gli effetti di questo trend di nuovo in crescita, sono le donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria che sono obbligati a sopperire, loro malgrado, a tutte le inefficienze dell’amministrazione penitenziaria e anche delle altre amministrazioni. Un esempio per tutti è la situazione delle aggressioni nei confronti dei Poliziotti da parte di detenuti con problemi psichiatrici che feriscono gli Agenti e devastano le celle (quelle che poi non vengono riportate nelle statistiche). Una situazione non più sopportabile per la Polizia Penitenziaria e un danno economico non indifferente per le giornate lavorative perse e i danni materiali a carico del bilancio dello Stato. Oltre al sovraffollamento in crescita, c’è da registrare un calo delle presenze in servizio dei Poliziotti Penitenziari il cui bilancio tra chi per anzianità o per scelta va in pensione e le assunzioni che il Ministero della Giustizia e il DAP riescono a programmare ogni anno, è inevitabilmente in passivo, considerate anche le risorse economiche dedicate alle assunzioni nel Corpo di Polizia Penitenziaria che ogni Governo di ogni colore perpetua da anni”.

“Al DAP – conclude Manna – abbiamo chiesto di fornire ai Sindacati più informazioni reali e puntuali su molti dati statistici sui quali intavolare delle serie riflessioni con l’amministrazione, il Ministero e il Governo, che siano il più possibile scremate dalle opinioni di parte e dalle emergenze mediatiche dell’attualità. Serve una programmazione di lungo termine sull’intero settore penitenziario nel suo complesso, da affrontare con tutti i lavoratori coinvolti, Polizia Penitenziaria, Dirigenti e personale degli Uffici Centrali, con i quali disegnare il futuro del sistema penitenziario”.

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