Redazione 18 febbraio 2023 18:05
Palloncini rossi, striscioni di protesta e bandiere per una piazza gremita che dice il suo ‘no’ all’autonomia differenziata. Diverse centinaia di persone si sono riunite nel pomeriggio in piazza Federico II di Svevia, aderendo alla manifestazione ‘una e indivisibile’, per protestare contro il disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri. E per rispondere a chi, come il ministro per il Sud Raffaele Fitto, aveva tacciato le polemiche come “prive di contenuti”, perché non legate all’effettivo contenuto del testo di legge.
Sul palco montato di fronte al Castello Svevo sono intervenuti rappresentanti del mondo del diritto, della politica – presenti anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e l’assessore Galasso per il Comune di Bari, oltre ai primi cittadini dell’Area metropolitana barese – accademici e del mondo dei sindacati. Ognuno per raccontare le motivazioni per cui l’autonomia differenziata non porterà benefici al Mezzogiorno. “E’ la prima di tante iniziative a livello regionale – le prime parole sul palco – per opporci a un disegno di legge che rischia di cristallizzare le tante disuguaglianze già presenti all’interno del Paese, che ha già vissuto una forte crisi dopo la pandemia e in questo momento di conflitto internazionale. E non può permettere nuove divisioni”.
Il primo degli ospiti a intervenire è stato Nicola Colaianni, già giudice della Corte suprema di Cassazione e ora è professore di Diritto ecclesiastico: “Nella legge Candelori non troviamo le parole della Costituzione – ha spiegato – come ‘uguglianza’ ed ‘equità’. Come si fa a dire che spezzettando l’Italia, dando così più forza ad alcune regioni rispetto ad altre, possiamo avere coesione, solidarietà e unità politico-economico come indica la Costituzione?”. E sui Livelli essenziali di prestazioni, ha ricordato che non avranno una copertura finanziaria e, di fatto, avranno un effetto sui conti pubblici.