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Come sarà la rivalutazione delle pensioni minime nel 2024? Ecco tutte le cifre e cosa c’è da sapere (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Rivalutazione delle pensioni minime nel 2024: cosa c’è da sapere
- Rivalutazione delle pensioni minime nel 2024: il conguaglio dello 0,8%
- Rivalutazione delle pensioni minime nel 2024: la rivalutazione del 2,7%
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Rivalutazione delle pensioni minime nel 2024: cosa c’è da sapere
Dal 1° gennaio 2023, le pensioni minime, per effetto della rivalutazione del 7,3%, sono salite a 563 euro al mese.
Probabilmente, a maggio 2023, ai titolari dei trattamenti al minimo verrà finalmente pagato l’ulteriore aumento previsto dalla legge di bilancio, pari all’1,5% per i pensionati sotto i 75 anni di età e al 6,4% per i pensionati con 75 o più anni di età. Più gli arretrati non corrisposti da gennaio ad aprile, per un importo totale in erogazione a maggio (forse…) di 606 euro per gli under 75 e di 745 euro per gli over 75.
Ma cosa accadrà l’anno prossimo? Quale sarà la rivalutazione delle pensioni minime nel 2024?
In attesa di scoprire la percentuale della rivalutazione calcolata sui dati ISTAT dell’anno in corso, sappiamo con certezza che, dal 1° gennaio 2024, sulle pensioni minime e sugli altri trattamenti previdenziali scatteranno un aumento dello 0,8% e una mini-rivalutazione aggiuntiva del 2,7%.
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Rivalutazione delle pensioni minime nel 2024: il conguaglio dello 0,8%
Procediamo per gradi. Perché spetta un aumento dello 0,8% sulle pensioni minime?
La risposta è: perché quando si è proceduti alla rivalutazione degli importi delle pensioni si è tenuto conto dell’inflazione registrata nei primi 9 mesi del 2022 (7,3%).
L’ISTAT ha successivamente certificato l’effettiva percentuale dell’inflazione, salita ulteriormente negli ultimi tre mesi del 2022, arrivando al definitivo 8,1%.
Di conseguenza, finora sono state erogate pensioni di importo inferiore rispetto a quelle che effettivamente spettano. Dal 1° gennaio 2024, dunque, l’INPS provvederà a risanare lo scarto di 0,8 punti percentuali, calcolati su ogni mese di pensione più la tredicesima del 2023.
Quindi: lo 0,8% di 563 euro è 4,50 euro al mese. Moltiplicando questo valore per 13 mesi, avremo l’importo del conguaglio in erogazione a gennaio 2024: 58,55 euro.
A gennaio 2024, in aggiunta all’importo del primo cedolino di pensione del nuovo anno, dovreste trovare quasi 60 euro in più di conguaglio. Ma non solo.