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Aumenti stipendi 2023: tabelle e cifre (circolare)

5‘ di lettura

Aumento degli stipendi nel 2023: scopriamo le novità riportate dalla circolare INPS n. 7 del 24 gennaio che riguardano gli aumenti di stipendio per i lavoratori dipendenti. (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Aumento degli stipendi nel 2023: cosa dice la nuova circolare INPS?

La nuova circolare Inps n. 7 del 24 gennaio ha ufficializzato gli aumenti di stipendio per i lavoratori dipendenti, per quest’anno.

Gli aumenti di stipendio di cui stiamo parlando sono dovuti al taglio del cuneo fiscale di circa il 2%, deciso dal governo Draghi.

Il taglio del cuneo fiscale 2022 ha portato un taglio delle tasse che, di conseguenza, ha permesso un aumento di soldi in busta paga. L’aumento di stipendio è partito a settembre 2022 e terminato a dicembre, ed è ammontato a circa il 4% del proprio stipendio.

Il Governo Meloni ha aumentato il taglio del cuneo fiscale di un altro punto percentuale, portandolo al 3%.

Ecco perché i lavoratori dipendenti, a partire dal quest’anno, vedranno aumentare i loro stipendi.

Questa notizia positiva, però, non riguarderà tutti i lavoratori subordinati, ma solo coloro che percepiscono un reddito annuo che va tra i 20.000 e i 25.000 euro lordi.

La misura, come conferma la circolare, è stata resa strutturale, ovvero permanente.

Draghi aveva abbassato di due punti percentuale il cuneo fiscale per i lavoratori con reddito da lavoro dipendente fino a 35mila euro lordi.

Il Governo Meloni l’ha ampliata, aggiungendo un ulteriore punto percentuale per i redditi fino a 25 mila euro.

Il taglio del cuneo fiscale altro non è che il taglio delle imposte dirette, indirette e i contributi previdenziali che impattano sul costo del lavoro e, dunque, sulla busta paga.

Questo porta inevitabilmente a un aumento degli stipendi dei lavoratori dipendenti.

La circolare INPS n.7 elenca i beneficiari di questo aumento: tutti i lavoratori dipendenti di datori di lavoro, pubblici e privati.

Pertanto, la misura agevolata trova applicazione, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023.

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Caterina Rulfin, Consulente del lavoro

Aumento degli stipendi nel 2023: ecco una tabella con le somme

Ecco una tabella con gli aumenti che riguarderanno gli stipendi dei lavoratori subordinati nel 2023:

Reddito annuo lordo di 10 mila euro Aumento dello stipendio mensile di 19,25 euro, 231 all’anno
Reddito annuo lordo di 12.500 euro Aumento dello stipendio mensile di 24,06 euro, 288,75 all’anno
Reddito annuo lordo di 15 mila euro Aumento dello stipendio mensile di 28,88 euro, 346,50 all’anno
Reddito annuo lordo di 17.500 euro Aumento dello stipendio mensile di 28,81 euro, 345,69 all’anno
Reddito annuo lordo di 20 mila euro Aumento dello stipendio mensile di 32,92 euro, 395,08 all’anno
Reddito annuo lordo di 22.500 euro Aumento dello stipendio mensile di 37,04 euro, 444,46 all’anno
Reddito annuo lordo di 25 mila euro Aumento dello stipendio mensile di 41,15 euro, 493,85 all’anno
Reddito annuo lordo dai 25 mila ai 35 mila euro Aumento dello stipendio mensile di 30,38 euro, 394 all’anno
Tabella aumenti stipendi 2023

Sono esclusi dal taglio del cuneo fiscale e dal conseguente aumento i rapporti di lavoro domestico, in quanto le aliquote previdenziali sono già ridotte rispetto a quelle ordinarie.

Scopri la pagina dedicata alle offerte di lavoro e ai diritti dei lavoratori.

Aumento degli stipendi nel 2023 grazie all’ex Bonus Renzi

Le categorie di lavoratori a cui spetta l’ex Bonus Renzi nel 2023 sono:

  • lavoratori subordinati del settore pubblico o privato;
  • soci lavoratori delle cooperative;
  • lavoratori atipici e con contratto co. co. co.;
  • stagisti e borsisti;
  • lavoratori socialmente utili;
  • percettori di NASpI;
  • lavoratori in cassa integrazione.

Anche i pensionati hanno diritto al Bonus, a patto che non ricevano altri trattamenti risarcitori o assistenziali come il Reddito di cittadinanza o rendite Inail legate a infortuni sul lavoro.

L’ex Bonus Renzi si riceve in automatico in busta paga e non c’è bisogno di presentare alcuna domanda.

 I requisiti per ricevere il Bonus sono stati confermati dalla legge di bilancio e sono i seguenti:

  • i lavoratori con redditi inferiori o pari a 15.000 euro riceveranno il massimo, ovvero 1.200 euro annui;
  • per i lavoratori che percepiscono tra i 15.000 euro e 28.000 euro, l’ammontare del trattamento integrativo viene determinato tenendo conto dei nuovi scaglioni IRPEF entrati in vigore nel 2022, sulla base dei quali viene calcolato il debito d’imposta IRPEF in base all’ammontare dei redditi.

Questa agevolazione, dunque, è godibile nella sua totalità, solo dalle famiglie che hanno un reddito annuo inferiore o pari ai 15 mila euro annui.

Se il reddito della tua famiglia, invece, va tra i 15.000 e i 28.000 euro, non potrai più ottenere l’ex Bonus Renzi, salvo alcune eccezioni.

Per i redditi compresi tra i 15.000 e i 28.000 euro, l’ex Bonus Renzi potrebbe essere riconosciuto, sempre per un massimo di 1.200 euro annui, ma con un ulteriore calcolo: il totale delle detrazioni spettanti al lavoratore, che dovrà essere superiore all’imposta lorda. 

In questo modo la tua famiglia potrà pagare meno tasse e godere di questa agevolazione.

Abbiamo visto l’aumento degli stipendi nel 2023.

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