Berzo Demo (Brescia), 3 marzo 2023 – È stato rinviato a giudizio – il processo inizierà il 7 giugno – l’ex sindaco di Berzo Demo Giovanni Battista Bernardi, finito al centro di un’inchiesta per presunti appalti pilotati a favore delle aziende “amiche“, se non di famiglia. Stessa sorte giudiziaria per il responsabile dell’ufficio tecnico comunale, Fedele Bernardi, il funzionario della centrale unica dell’area vasta degli appalti (Cuc) Piermario Arrighini, il titolare di un’impresa di Saviore dell’Adamello Aldo Bonomelli e il segretario comunale Paolo Scelli (questi nei guai solo per falso).
I bandi sotto la lente
L’indagine del pm Donato Greco aveva acceso i riflettori su quattro bandi per i bienni 2018-20 e 2020-22 (per un valore complessivo che non supera i 100mila euro) ritenuti irregolari. Bandi riguardanti i servizi di pulizia degli immobili comunali, l’affidamento della videosorveglianza e la fornitura di materiale edile al Comune. L’inchiesta aveva preso le mosse dalle segnalazioni di alcuni cittadini, che lamentavano anomalie nel settore degli appalti pubblici. In un caso gli operai che avrebbero dovuto movimentare materiale da una ditta, quella che ufficialmente aveva vinto un appalto, sembrava gravitassero attorno a un’altra azienda. Intercettazioni telefoniche e ambientali, raccolta di testimonianze e l’analisi di documenti hanno permesso alla procura di confermare l’ipotesi iniziale.
Gare ad hoc
In due occasioni sarebbero state predisposte gare ad hoc, con bandi attagliati sulle società della zona individuate (e nonostante questo, in una circostanza le manovre non sarebbero riuscite a sbarrare la strada a una società di Milano). In una terza, invece – si parlava della fornitura di materiale edile al Comune – stando alla prospettazione accusatoria, aveva partecipato al bando un’unica ditta di Saviore dell’Adamello, poi effettiva affidataria dell’incarico. Solo una copertura, questa la tesi di chi indaga, perché a vendere laterizi e mattoni in realtà sarebbe stata un’azienda riconducibile al sindaco di allora, proprietario della stessa al 45 per cento. Da subito, ancora in fase di inchiesta, gli indagati si erano detti innocenti e pronti a dimostrare la correttezza del proprio operato. Anche ieri le difese hanno chiesto proscioglimenti, ma il gup, Angela Corvi, ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio della procura. E ha fissato l’inizio del dibattimento per il 7 giugno.
Beatrice Raspa