Roma, 29 mar — Primavera, stagione di allergie, come quella che l’Anpi soffre nei confronti della cultura veramente libera dai dogmi e dalle mistificazioni antifasciste. Ne dà esemplare dimostrazione il (solito) carosello di piagnistei e grida d’allarme al «pericolo fascista» che va in scena in queste ore a Correzzola, provincia di Padova, dove i sedicenti «partigiani» si sono svegliati dal torpore senile per protestare contro la rassegna LibrInCorte in programma questo fine settimana nell’ex monastero benedettino.
Una due giorni letteraria rivolta a tutto il nord est e non solo, che vede coinvolte 12 case editrici italiane indipendenti — tra cui Altaforte, Passaggio al Bosco, Idrovolante Edizioni, Ritter, Eclettica, Ferrogallico, Il Cerchio — e un parterre di 21 relatori fra i quali: Francesco Borgonovo, Fausto Biloslavo, Gian Micalessin, Giovanni Frajese, Alessandro Amorese e molti altri fra giornalisti e scrittori. Saranno 14 le conferenze fra temi di attualità e presentazione di libri in anteprima che comporranno l’intenso calendario della rassegna, organizzata su impulso del sindaco Mauro Fecchio (in quota FdI) ed in collaborazione con associazioni del territorio.
Nel presentare l’evento, spiega Mario Bortoluzzi che figura tra gli organizzatori, «Non si tratta di sostituire un’egemonia con un’altra, bensì di rappresentare, di dare dignità a visioni della vita e delle cose condivise di fatto da milioni di italiani che attualmente sono però privati di punti di riferimento nella cultura, nell’arte, nei media. Italiani che hanno mandato al governo un ’destra-centro’ e che non si riconoscono più nelle storielle preconfezionate dal mainstream radical chic, rimasto onnipotente, a reti unificate».
I “partigiani” impazziscono
Libera editoria? Promossa con la benedizione di un sindaco di Fratelli d’Italia? Figuriamoci. Agli esponenti Anpi cittadini si sono rizzati i (pochi) capelli in testa. Inconcepibile per loro che un tale parterre di editori e autori potesse trovare posto in una kermesse pubblica. Con la benedizione di un rappresentante delle istituzioni! «Quello che non è specificato», ha puntato il ditino il comitato provinciale dell’associazione «è che si tratta di una rassegna dell’editoria vicina, e in molti casi non poco, all’estrema destra». Embé? Verrebbe da chiedergli. Qualcuno sta infrangendo qualche legge?
«Non è nostra intenzione denunciare una rassegna editoriale e censurare libri», spiega l’Anpi, «ma denunciare chiaramente chi sono i soggetti ospitati a Correzzola. Il nostro intento è mostrare con precisione a quali personaggi, valori e ideali guardano queste case editrici e chi sono gli autori che pubblicano». Cioè, argomenti poco graditi ai «partigiani», che rincarano blaterando di «una produzione editoriale storiografica raramente onesta che propina miti e valori contrari alla nostra Costituzione». Detto da un’associazione che promuove i libri di Eric Gobetti, minimizzatore della tragedia delle Foibe e fan del boia Tito, è tutto dire. «Alla destra non mancano spazi e patrocini, eppure da lì si ripete come un disco rotto che l’Italia è egemonizzata da una cultura di sinistra», hanno il coraggio di scrivere.
Il commento del sindaco
Nel mirino dei compagni è finito il sindaco Mauro Fecchio «colpevole» di avere messo il cappello sulla rassegna. Che rispedisce al mittente le accuse: «La rassegna “LibrInCorte” ospita autori e case editrici che esprimono punti di vista e opinioni su argomenti storici e di attualità in alcuni casi non conformi rispetto al pensiero prevalente. Autori che proprio per questo collaborano con gli organi di informazione nazionale e non solo. Vedi il caso dei giornalisti Francesco Borgonovo e Fausto Biloslavo», spiega. «L’ambito di tale iniziativa è culturale», dice, «come tante altre attività anche recenti portate avanti dalla nostra biblioteca comunale che ha visto la partecipazione di autori, storici e giornalisti di opinioni diverse su vari temi». Nel frattempo gli organizzatori e i promotori di LibriInCorte ringraziano per la pubblicità gratuita.
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