Mandati via in cinque: assunti dalla graduatoria autisti, facevano gli impiegati. E la Asl smantella i 26 dipartimenti da mezzo milione dopo le ispezioni del nirs
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Massimiliano Scagliarini
23 Febbraio 2023
BARI – La Sanitaservice di Lecce ha avviato le procedure di licenziamento per cinque dipendenti assunti con una procedura irregolare che li aveva portati – nei fatti – a finire dietro le scrivanie della Asl. E tra i cinque c’era anche la nuora dell’ex direttore generale Rodolfo Rollo, coinvolto nell’inchiesta della Procura di Lecce sul presunto sistema di favori che ruotava intorno all’ex assessore Salvatore Ruggeri.
La notizia è emersa ieri durante l’audizione del coordinatore del Nucleo ispettivo regionale, Antonio La Scala, sentito in Seconda commissione (presidente Antonio Tutolo) per fare il punto sui controlli nella sanità. Il caso Lecce è particolarmente delicato, perché l’inchiesta della Procura ha fatto emergere il sospetto di assunzioni truccate sia in Sanitaservice che nelle agenzie regionali Arpal e Arif (le indagini sono ancora in corso). E infatti i controlli del Nirs – partiti da una lettera anonima molto ben circostanziata – hanno evidenziato che le cinque persone cui la società ha intimato il licenziamento a gennaio, erano state assunte tramite lo scorrimento della graduatoria per l’internalizzazione del servizio di trasporto secondario. Tra loro c’era anche M.G.G., moglie del figlio di Rollo (a sua volta – secondo la Procura di Lecce – assunto dal «Panico» di Tricase in cambio di una convenzione firmata dalla Asl), per la quale nel 2021 era stata effettuata «una sessione suppletiva della procedura di selezione». I cinque (due hanno lo stesso cognome) chiaramente non erano autisti di bus ma impiegati, e dunque dovevano essere assunti tramite un concorso ordinario.
Tra le varie opacità della Asl di Lecce è emersa anche l’istituzione dei 26 dipartimenti, effettuata nel 2021, scelta che si è risolta nella creazione di posti dirigenziali non sempre necessari (20mila euro l’uno all’anno): alcuni dipartimenti raggruppavano appena tre unità operative. Anche in questo caso è emerso il mancato rispetto delle norme. E così il 16 febbraio il nuovo direttore Stefano Rossi ha adottato il nuovo modello organizzativo della Asl, che ha fatto decadere tutti gli incarichi. I nuovi capi dipartimento saranno nominati dopo le procedure previste dalla legge, cioè la costituzione dei comitati di dipartimento, e dovrebbero scendere a 13.
La Scala ha anche ricordato i numeri dell’attività svolta nel 2021 (75 ispezioni concluse, di cui 15 hanno evidenziato profili di responsabilità penale) ma ha anche evidenziato la scarsa collaborazione prestata da alcune Asl. «Spesso – ha detto – le nostre richieste di documenti non vengono riscontrate se non dopo diversi solleciti. In alcuni casi stiamo per inviare delle diffide, cui eventualmente seguirà la segnalazione alla Procura». Ci sono anche casi opposti: «Dopo un blitz che ho compiuto personalmente in Pronto soccorso – ha detto La Scala – il Policlinico di Bari ha preso atto dello stato in cui versavano alcuni servizi igienici ed è intervenuto per sistemarli a tempo di record».
I consiglieri regionali hanno così chiesto l’estensione delle verifiche del Nirs anche ad altri ambiti. Fabrio Romito (Fdi) vorrebbe che gli ispettori verificassero le nomine fatte dai direttori generali («Abbiamo più fiducia nel Nirs»). Fabiano Amati (Azione) ha chiesto lumi su eventuali verifiche relative agli appalti dei nuovi ospedali di Taranto e Monopoli-Fasano, chiedendo a La Scala di attivarsi: «È incredibile – ha detto – che la giunta regionale non abbia mai disposto in tal senso, viste le numerose perplessità che emergono dagli atti». Il coordinatore del Nirs ha garantito che le ispezioni si svolgono in maniera autonoma. «Qualcuno di voi ha detto che seguiamo la linea politica del presidente della Regione. In due anni Emiliano non è mai intervenuto su nessuna delle nostre attività, a differenza di altri che hanno provato a consultarmi ottenendo scarsi risultati».