Gli effetti tra Puglia e Basilicata. Pirone (Protezione civile regionale): circa il 10% è in regola
07 Febbraio 2023
Reporter:
Marisa Ingrosso
Il terremoto che ha causato una ecatombe in Turchia e Siria e che ha portato l’Ingv-Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia a emettere un’allerta rosso per tsunami in Puglia, ha svelato una realtà sconcertante: la maggior parte dei Comuni costieri pugliesi non ha un Piano di protezione Civile per il rischio maremoto e in alcun i casi il piano c’è, ma non è aggiornato come dovrebbe. A confermarlo alla Gazzetta è il responsabile della sala operativa di Protezione civile della Regione Puglia, Lucio Pirone che ieri, assieme ai suoi colleghi, s’è trovato a scoprire come stanno le cose. «Abbiamo verificato – afferma – quanti Comuni costieri avessero il Piano per rischio tsunami e sono pochissimi, la percentuale è bassa veramente. Parliamo del 5-6% non so neanche se arriviamo al 10%. Diciamo, orientativamente, che i Comuni costieri sono 65 e i piani che hanno caricato sul nostro portale Sinapsi sono circa il 10%».
Il Piano è importantissimo. Lì è scritto, per esempio, che cosa fare e che cosa no, chi sono i responsabili di protezione civile, dove la gente deve eventualmente assembrarsi per mettersi in salvo e così via.
Il prossimo 17 febbraio saranno sei anni giusti dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri con le «Indicazioni per l’aggiornamento delle pianificazioni di protezione civile per il rischio maremoto» e in Puglia le «Linee Guida per la Redazione dei Piani di Protezione Civile Comunali» risalgono a oltre tre anni fa (deliberazione 30 luglio 2019, n. 1414)…