L’agonia dell’anarchico
Frank Cimini — 2 Febbraio 2023
“Io voglio vivere”. Alfredo Cospito, in sciopero della fame dal 20 ottobre, lo ha detto al consigliere regionale di Più Europa Michele Usuelli, che lo ha incontrato ieri nel carcere di Opera, dove l’anarchico è detenuto in regime di 41bis. Cospito ha anche aggiunto che gli mancano “i fumetti”, ha riferito Usuelli alle agenzie di stampa, e confermato di aver interrotto l’assunzione degli integratori.
“Ho chiesto a Cospito di condannare le azioni violente di questi giorni, che ci allontanano dalla possibilità di ottenere una revisione del 41bis”, ha fatto sapere Usuelli. “Non mi ha detto di approvare questi gesti, ma prevalendo il suo essere anarchico, non si sente di dire nulla a chi li sta compiendo, nemmeno di condannarli”. Oggi anche l’avvocato difensore Flavio Rossi Albertini vedrà Cospito con l’obiettivo di convincerlo a riprendere gli integratori. Al momento l’uomo assume solo pochi grammi di zucchero e di sale, continua a perdere peso e ha sempre meno energie. Si muove sulla sedia a rotelle e rischia complicazioni da un momento all’altro. Ma continua a dire di essere determinato a portare avanti lo sciopero della fame fino alle estreme conseguenze. Il trasferimento da Sassari Bancali insomma a questo livello non ha cambiato niente.
Intanto le organizzazioni “A buon diritto onlus”, Amnesty International e Antigone hanno inviato una lettera al ministro della Giustizia Carlo Nordio esprimendo forte preoccupazione per la vita di Alfredo Cospito che protesta digiunando contro il regime speciale previsto dall’articolo 41 bis del regolamento penitenziario al qual è sottoposto in via continuativa dal maggio dell’anno scorso per decisione dell’allora Guardasigilli Marta Cartabia. Nonostante il trasferimento dalla prigione di Sassari Bancali non dotata di un centro clinico a quella in provincia di Milano le tre organizzazioni riscontrano con preoccupazione la permanenza di Alfredo Cospito nel regime di detenzione speciale e il pericolo ormai gravissimo per la sua salute.
”La possibilità della morte di Cospito in custodia dello Stato è drammatica soprattutto alla luce delle condizioni detentive alle quali viene sottoposto e che prevedono isolamento prolungato ed escludono ogni contatto umano significativo – dice il comunicato – La pena secondo il dettame costituzionale non deve mai essere contraria al senso di umanità”. Per queste ragioni si chiede la revoca immediata del regime speciale di detenzione, decisione che il ministro della Giustizia ha spiegato almeno per il momento di non poter prendere perché il compito toccherebbe ai magistrati. Si tratta di un rimpallo di responsabilità di una sorta di scaricabarile che aggrava la situazione.
Intervistata da Repubblica Chiara Cospito la sorella afferma: “Lo Stato avrà le mani sporche del sangue di mio fratello Alfredo, uno che non ha mai ammazzato nessuno, è una persona coerente con le proprie idee, non è senza scrupoli, anzi. Non so perché abbia fatto quelle cose. Ma, come tutto nella sua vita, sono state il frutto di una scelta che ha coerentemente rivendicato, senza nascondersi. Il motivo dovete chiederlo a lui non certo a me. comunque loro hanno già deciso il suo destino, cosa farne di lui”.
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