Auguri dalla redazione. Il direttore si è dissociato dal 4° punto dell’immagine “Le quattro fasi della vita”. Sostiene che ci sono donne che non diventeranno mai “Befane”. Dovevamo dirlo, sennò chi lo sente…!
La redazione
Auguri a tutti i nostri amici e lettori, dal direttore e dalla redazione tutta con un piccolo quesito: Befana o Magi? Leggenda o Storia?
La leggenda è molto antica, e già in origine poco si ricollega ai Magi, ma piuttosto ad un uso romano pre-cristiano, legato al culto di Diana dea dell’abbondanza e della cacciagione. Anche il 25 dicembre è stato scelto, convenzionalmente, come giorno di Natale, perché corrisponde alla festa pagana del “Sol Invictus” quando il sole vince sul giorno più lungo dell’anno.
In una delle tante leggende si narra che Numa Pompilio, (m. 673 a.C.) uno dei famosi sette re di Roma, avesse l’abitudine di appendere, durante il periodo del solstizio d’inverno una calza in una grotta per ricevere doni da una ninfa (in effetti era la sua ninfa/amante e consigliera Egeria, una vestale).
Anche nella mitologia germanica alcune dee rappresentano la personificazione femminile dell’inverno. Ovviamente nessuna dea è rappresentata brutta e vecchia, al contrario!
E’ la Chiesa Cristiana alto medioevale, che per condannare e porre fine ai culti e riti propiziatori pagani, fa della Befana una strega. Si introduce altresì l’uso del fuoco purificatore. “Bruciare la vecchia” è ancora un uso purificatore-propiziatore. Questo uso persistente dei secoli, viene ricollegato alla festa Cristiana dell’Epifania, una festa riconosciuta sia in Oriente che in Occidente. I due usi saranno scissi solo dal ricalcolo del Calendario Gregoriano o Giuliano.
Il termine “Epifania” dal greco “manifestazione” o “venuta” riferendosi all’apparizione di Gesù Bambino. I tre Magi, come abbiamo appena considerato, che fossero tre, i loro nomi e provenienza è ormai documentato da tempo, è una creazione della Chiesa Alto medioevale (come dimostrato nell’articolo precedente).
Dal passato romano persiste l’uso delle calze. Alcuni invece delle calze mettono in mostra delle scarpe o stivaletti; in altri paesi i bambini invece preferiscono cestini, canestri, panieri, piatti, ciotole di legno e cappelli rovesciati per accogliere meglio i doni della Befana.
Un tempo c’era anche l’uso di mettere ben in vista delle scarpe nuove, che la Befana avrebbe potuto prendere in caso di necessità (lei ha sempre le scarpe rotte), in cambio di doni.
Ma con l’andare del tempo sono le calze ad essere preferite da tutti, perché essendo di lana, si dilatavano facilmente e quindi contengono più doni. I bambini furbi, anziché le loro calze, che sono piccole, appendono le lunghe calze della mamma o della nonna che di doni possono raccoglierne ancora di più.
Qualsiasi siano le origini o le tradizioni, o gli usi, lasciamo ai bambini il fascino incontanìminato della Befana!
Per seguirci su Facebook mettete il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivetevi al gruppo lavocenews.it. Contatti: direttore@lavocenews.it o info@lavocenews.it. Grazie.