Roma, 23 mar — Un autentico tsunami mediatico quello che si è scatenato sulla testa di Pierpaolo Sau, sindaco di Tonara, piccolo borgo in provincia di Nuoro, per una frase goliardica pubblicata sul proprio profilo Facebook: un po’ troppo goliardica, dato il ruolo istituzionale ricoperto dal primo cittadino, e sicuramente evitabile in questi tempi di «caccia al sessista» senza quartiere; ma gli utenti, e soprattutto le utenti Facebook non gliel’hanno perdonata, arrivando a chiedere le sue dimissioni e l’interdizione dai pubblici uffici per il reato inespiabile di «sessismo».
Il sindaco accusato di sessismo per una frase goliardica
Per aver detto cosa? Il bonario sindaco di Tonara aveva tentato di sdrammatizzare scherzosamente la pessima notizia riguardo il calo demografico in Sardegna, scrivendo: «Tutte le donne libere hanno l’obbligo di recarsi nell’ufficio del sindaco, a tre ore di distanza l’una dall’altra. Provvedimento da me emanato a Tonara nel 2010 per combattere il calo nascite». Un’innocua battuta da osteria, uno scherzo greve tra amici che alzano troppo il gomito e che, per l’appunto, avrebbe dovuto rimanere in tale contesto; sicuramente scritta con l’ingenuità del boomer che non ha ancora ben compreso come sono cambiati i tempi e in che razza di guaio si sarebbe cacciato per una battutaccia scritta nella sede sbagliata. Sommerso dalle critiche, dalle richieste di dimissioni e dagli insulti, Sau ha cancellato il post e si è scusato pubblicamente sulla pagina Facebook del Comune sardo.
Le scuse
«Scusatemi, quello che ho scritto non è degno né di un sindaco né di una persona comune. Non utilizzo bene i social e credevo fosse un messaggio diretto unicamente a chi ha scritto il post, da non scrivere ugualmente», sottolinea Sau iniziando il triste rituale dell’espiazione pubblica. «Non ho mai mancato di rispetto e ho sempre pensato che la presenza femminile sia risolutiva in tutte le problematiche, infatti nelle giunte da me nominate ho sempre e da sempre richiesto la presenza. Chiedo scusa a chiunque si sia sentito/offesa/o. Ho quasi sempre votato una donna in tutti i livelli di elezioni. Sono padre di due ragazze che adoro e mi adorano», scrive. «Purtroppo, come tanti in questa zona difficile, sono abituato a scherzare troppo e vi assicuro che solitamente scherzo sulle mie disgrazie». Verrà perdonato dalla polizei femminista? Riuscirà il povero Sau a mondarsi dall’onta?
Cristina Gauri
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