Roma, 11 mar – “La Francia sta pensando di limitare il diritto d’asilo. La Germania all’eventualità di inviare migranti irregolari in Paesi terzi, come noi in Ruanda. L’Italia vuole sorvegliare meglio il Mediterraneo. Tutti stanno agendo in qualche modo, perché l’anno scorso l’Europa ha visto un 60% di migranti in più rispetto al 2021 e abbiamo visto la tragedia in mare di qualche giorno fa proprio in Italia”. E’ quanto dichiarato dal primo ministro britannico Rishi Sunak, intervistato oggi da Repubblica sul disegno di legge del suo governo che prevede, tra le altre cose, di arrestare ed espellere chiunque arrivi irregolarmente nel Regno Unito.

La Germania sui clandestini imita il Regno Unito?

La linea del conservatore Sunak è ormai nota e da qualche giorno condita da uno slogan piuttosto significativo: “Stop the boats”, fermare le barche. Ad essere invece meno noto è il piano tedesco, citato dal premier britannico. Sì perché l’esecutivo di Berlino, guidato dal socialdemocratico Olaf Sholz, a quanto sembra vuole imitare il piano di Londra. Quest’ultima tratta peraltro da tempo con il Ruanda, almeno dallo scorso anno quando Boris Johnson annunciò l’accordo raggiunto per “salvare un numero infinito di vite” dai trafficanti di uomini che stanno trasformando il canale della Manica in un “cimitero umano”. Nell’ambito di questa speciale partnership, “chiunque sia arrivato nel Regno Unito dal primo gennaio ora potrà essere trasferito in Ruanda”, disse Johnson. E’ “un approccio innovativo, spinto dal nostro impulso umanitario e reso possibile dalle libertà concesse dalla Brexit, che fornirà vie legali e sicure per l’asilo”.

Il piano Ruanda, come quello della “rossa” Danimarca

Trasferire gli immigrati irregolari in Paesi terzi è peraltro il piano anche della Danimarca. Già nel 2021 il governo di Copenaghen – di sinistra come quello tedesco – lo riteneva l’unica opzione possibile per frenare i flussi migratori. Nel giugno di due anni fa spuntò una nazione disposta ad accettare la proposta danese: il Ruanda, come nel caso britannico. Da allora il governo di Copenaghen iniziò a lavorare in tal senso, studiando un accordo bilaterale con il Paese africano, fortemente voluto da un primo ministro donna e progressista: la socialdemocratica Mette Frederiksen. Un parziale freno (non una rinuncia definitiva) al progetto, è arrivato però a gennaio scorso, con la decisione dell’esecutivo danese di rinviare per il momento le trattative con il Ruanda. Nel frattempo, mentre i i buonisti di casa nostra si scagliano con la presunta linea dura del governo italiano sull’immigrazione, in Germania il governo di sinistra rispolvera l’idea di trasferire i clandestini in Paesi terzi. Chissà se si farà avanti, di nuovo, il Ruanda.

Eugenio Palazzini

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