Le due aziende degli idrocarburi di Italia ed Emirati Arabi Uniti compattano ulteriormente la partnership cavalcando i temi cruciali della transizione e della sicurezza energetica in occasione del vertice tra Meloni e Bin Zayed
L’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, e Sultan Ahmed Al Jaber, ministro dell’Industria e delle Tecnologie Avanzate degli Emirati Arabi Uniti e direttore generale dell’omologa emiratina Adnoc, hanno firmato oggi un Memorandum of Understanding (MoU) che delinea un quadro di cooperazione per futuri progetti congiunti in ambito di transizione energetica, sostenibilità e decarbonizzazione. La firma è avvenuta alla presenza della presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, e del presidente emiratino Mohamed bin Zayed.
Con questo accordo, Eni e Adnoc esploreranno potenziali opportunità nei settori delle energie rinnovabili, idrogeno blu e verde, cattura e stoccaggio di CO2 (CCS), riduzione delle emissioni di gas serra e metano, efficienza energetica, riduzione del flaring di routine e l’impegno nel Global Methane Pledge, per sostenere la sicurezza energetica globale e traguardare una transizione energetica equa. Inoltre, valuteranno aree di cooperazione per lo sviluppo sostenibile e la promozione di una cultura della sostenibilità all’interno dell’industria energetica e dei suoi stakeholder.
“Questo accordo fa leva sulla relazione strategica che Eni e Adnoc hanno sviluppato negli anni, per rafforzare la cooperazione nell’impegno alla decarbonizzazione e per una giusta transizione energetica. Arriva in un momento cruciale, in una complessa situazione internazionale e in vista dell’imminente Cop28 in cui gli Emirati Arabi Uniti, in quanto Paese ospitante, dovranno definire la loro visione per un’agenda che porti ad una transizione energetica pulita”, commenta Descalzi.
Eni è presente ad Abu Dhabi dal 2018. Con un significativo portafoglio di progetti negli Emirati. Il ruolo dell’azienda continua a essere centrale per l’attività di politica estera dell’Italia. Le nuove intese si potrebbero in futuro allineare anche in quella che Mohammed Baharoon (Bhuth) su queste colonne individua come piani di connessione a forte impatto globale.
Progetti che, in un ambito più politico (e meno economico-commerciale) rappresentano gli spazi di cooperazione lungo cui l’Italia può impostare le sue attività. Programmi che possono essere connessi anche ad altri simili, come quelli portati avanti dall‘Israel National Blue Economy Center.
“Sono orgoglioso di aver firmato con gli Emirati Arabi Uniti una collaborazione rafforzata sul clima. Apprezzo la leadership del Presidente designato Sultan Al Jaber verso la COP28. Abbiamo concordato un’agenda forte per ottenere progressi climatici ed economici allo stesso tempo”, ha twittato il ministro degli Esteri Antonio Tajani.